i cognomi nel medioevo

Alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C., le influenze barbariche prima, e la diffusione del cristianesimo dopo, portarono ad un quasi completo abbandono della struttura cognominiale latina, che rimase in uso presso pochissime famiglie patrizie.
Si consolidò così l’uso di un nome unico, con le caratteristiche di non essere ereditato e di avere un significato immediatamente comprensibile. Praticamente ogni persona comune veniva identificata dal solo nome personale, di cui venivano usati spesso vezzeggiativi in ambito familiare. Tali nomi si riferivano generalmente:

– alle caratteristiche della persona
– alla provenienza
– alla paternità
– ad un sopranome

Col tempo e con l’affermarsi del Medioevo, tale nome unico finì poi per esser ispirato sempre più al nome dei santi più noti della religione cristiana. In seguito, con le invasioni barbariche, diventarono “di moda” nomi di origine germanica molto spesso mediati dal latino o dalle parlate locali.
Quindi nell’alto medio-evo il sistema onomastico era formato dal “nome unico”.
Questo sistema portava però al frequente ripetersi di certi nomi, dando luogo a confusioni e a malintesi. L’uso del solo nome di battesimo si rivelò insufficiente. Sorse, quindi la necessità di distinguere coloro che portavano nomi uguali mediante una nuova distinzione individuale. Si impose dunque la necessità di coniare nuovi epiteti da aggiungere al nome individuale.
La maggior parte dei cognomi nacquero come veri e propri soprannomi personali. Al nome unico viene sostituendosi man mano un nuovo sistema, composto da nome e cognome (soprannome):
Giuseppe Barbalonga, Francesco Fabbro, Angelo Curto, Emilio Grasso, Vincenzo Longo, Giulio Malatesta, Piero Orso ecc. o dal nome affiancato da quello del padre: Lorenzo di Ghibaudo, poi col tempo, anche il “di” spariva, e il nome di famiglia diventava cognome e quindi ereditario.

Da notare inoltre, che nell’epoca medievale, chi fuggiva dallo status di servo rurale per vivere in città si registrava nelle corporazioni municipali fornendo:
– il nome e la provenienza (Montanaro, Dal Bosco, Vicentino ecc.)
– un nomignolo datogli per un pregio o difetto fisico (Gobbo, Rosso, Mancino, ecc.)
– un mestiere (Sella, Ferraro, Marangon, ecc.)
– l’indicazione del padre e della madre (es. Petrus Leonis equivaleva a Pietro figlio di Leone, che in seguito divenne Pierleone o Pier di Leone)
…e, dopo un anno solare, il feudatario perdeva il diritto di riportare il fuggitivo nel feudo di provenienza.
Ecco un esempio di nomi tratti da un documento del 1284:

il cognome: come si è formato

Il cognome può prendere molti riferimenti per diventare un “identificativo”, dal nome del capofamiglia, “io sono figlio di .”, al nome della località d’origine “io vengo dal monte.”, al tipo di mestiere svolto dal proprio gruppo, “io sono un fabbro”… molto spesso si tratta di sopranomi, “bellomo”… l’unico limite è la fantasia.
Ecco quindi i vari modi di riferirsi ad una persona; basta individuarne la paternità, la provenienza, l’ubicazione della casa, eventuali soprannomi, il mestiere o la professione.
Accanto al nome proprio troviamo nei testi redatti in latino espressioni come filius…, fìlius quondam… (il nostro “fu”), de… (con indicazione della località di origine), de burgo… (con riferimento al quartiere cittadino), qui stat… (seguito dal richiamo a un luogo o a una struttura particolare, per esempio un ponte, un ruscello, un mulino), qui dicitur…(con segnalazione di un soprannome).

Presso le popolazioni barbare l’identificativo per eccellenza era il nome del padre o della madre con un suffisso patronimico o matronimico: si pensi ai britannici terminanti per (son) come Johnson, alle popolazioni nordiche con i vari cognomi terminanti per (sen) o (son) come Johanssen o Petterson o quelli dei popoli slavi terminanti per (vic), (ig) o (cic) come Ivancic o Petrovic o per i popoli di ceppo russo terminanti per (ov) a volte scritto (off) come Stefanov, tutti suffissi che stanno per “figlio di”.

Quindi piano piano, nel corso di circa tre, quattrocento anni, nascono in Europa i cognomi nella forma che conosciamo oggi. Si formano, come già detto, in base a questi principali elementi:

– L’ascendenza patema.
– I soprannomi.
– Nomi augurali.
– Lavoro e ruoli Sociali.
– Luoghi, toponimi, etnie.
– Altro… errori degli scrivani!

Una curiosità, a Roaschia, a causa del forte sviluppo di sei cognomi, per meglio identificare le persone nella vita comune si usano “sopranomi” mentre nelle scritte “ufficiali” si usa aggiungere il nome del padre, creando, di fatto, un sistema cognominiale con tre nomi.

Roaschia lapide caduti

E’ da notare come per alcuni nomi propri, che diventavano nomi di famiglia, pian piano se ne perdeva l’uso come nome proprio di persona.
Ghibaudo era un nome proprio di persona come Pietro o Romualdo, diventando nome di famiglia (Lorenzo dei Ghibaudo, Lorenzo Ghibaudo) non venne più usato come nome proprio.
Fermo restando il fatto che ogni epoca ha sempre avuto nomi… “di moda”.


Pubblicato il: 23 febbraio 2019
Ultima revisione: 10 marzo 2019

Approfondimenti:

FESTIVAL DEL MEDIOEVO sito web http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/la-nascita-del-cognome/
PAGINA L’INIZIO sito web http://www.paginainizio.com/cognomi/storia_cognomi.php